giovedì 9 aprile 2009

Marillion - Clutching at Straws (1987)


Voto ☻☻☻☻½

Nell'ottica di una votazione rigida Clutching at straws si prende mezza stella in meno dell'eccellenza, ma è davvero voler fare i pignoli.
CAS rappresenta l'album più originale prodotto dai Marillion con o senza Fish. L'atmosfera sprigionata è affascinante. Il concept, incentrato sui problemi "alcolici" del carismatico cantante scozzese, comprende alcune fra le liriche migliori di Fish. Musicalmente il distacco è notevole: timbriche più secche, tastiere meno invadenti, chitarra decisamente più in evidenza, più Pink Floyd che Genesis insomma.
L'album si apre con una minisuite: Hotel Hobbies/Warm Wet Circles/That time of the Night.
Hotel hobbies è formidabile nel creare una dimensione da bar fumoso, affollato. I primi campionamenti usati da Mark Kelly contribuiscono perfettamente allo scopo. L'esplosione di chitarra verso il secondo minuto rappresenta un nuovo marchio di fabbrica per la band. Dolcemente si scivole verso Warm Wet Circle e i delicati arpeggi di Mr. Rothery cesellano una canzone fantastica che raggiunge il suo apice quando Fish giganteggia nella parte potente del brano "She nervously undressed..." e ci accompagna verso il finale stratosferico in 5/4, soffuso, straziante, agrodolce.
That time of the night non possiede la bellezza dei primi due brani ma conserva una buona potenza che da grinta all'intero lavoro.
Going under (retro di Incommunicado inserita nella versione in CD del disco) è un gioiellino con gli arpeggi fatati e più che mai malinconici di Rothery. Just for the record è l'unica canzone del disco mai eseguita dal vivo. In effetti la quantità di tastiere usata è imbarazzante e servirebbro 6 mani per eseguire tutte le parti. E' un gran bel divertissement con Kelly super protagonista e il minimoog a farla da padrone. White Russian chiudeva la prima facciata ed era una perla rara. Angosciante, arrabbiata, epica. Non possedeva i ladirinti di Fogotten Sons ma possedeva una rabbia mai vista prima nel gruppo. Il finale è super epico. La seconda facciata si apriva con Incommunicado, brano divertente con un riff e un solo di minimoog molto belli. Torch song riportava la bilancia sonora verso steve Rothery. Canzone tristissima ma densa di atmosfera e con una profezia allarmante che per fortuna non si è avverata "You won't reach thirty"...
Slainte Mhath è una gran bella danza
celticheggiante, anche se però dal vivo rendeva il doppio (vedi versione di Thieving Magpie), con un Fish superlativo.
Sugar mice è smielata. Bel pezzo, molto dolce, romantico. The Last Straw è il capolavoro finale, sia dal punto di vista lirico che musicale. Il piano di Kelly e la chitarra di Rothery si fondono perfettamente in un brano semplicemente rock: un 4/4 perfetto. Melodia sublime e solo di chitarra strappa anima. Il finale poi con l'aiuto della corista e quel "We're clutching at straws...and still drawning" lascia trasparire il momento negativo del life-style Fish.
In definitiva un'altra perla, l'ultima con Fish come cantante. Il ricordo del giorno di uscita di questo disco è netto: una pomeriggio afoso di maggio del 1987 con un temporale che di lì a poco si sarebbe abbattuto su Milano. Questo disco è così.