mercoledì 2 settembre 2009

MARILLION - Radiation (1998)


Voto ½

Radiation è un album importante. I Marillion di oggi sono partiti dieci anni fa proprio con questo disco. All'epoca mi entusismò poco. Oggi me lo gusto meglio. Il suono di Brave viene attualizzato, snellito, imbastardito con le nuove tendenze electro-pop-rock dei Radiohead. Non essendo un particolare fan della band di Tom York posso dire tranquillamente che i Marillion risultano essere molto più interessanti e particolari dei Radiohead, pur avendo verso di loro un debito nemmeno tanto nascoto.
Under the sun è un bel brano rock, morde bene e fila alla grande. Answering machine è poco più che un divertissement in 6/8. Allegra quanto basta. Three minute boy inizia in stile Brave ma verso la metà cambia repentinamente in un rocker non particolarmente originale. I Marillion tirano fuori un'anima dolcissima in Now she'll never know e Born to run; molto piacevoli. Cathedral walls è il capolavoro del disco. Un acido dark prog d'atmosfera con un Hogarth schizzatissimo, il minimoog che mena le danze e un Rothery bello arcigno. Il finale di Few words for the dead (aprirà i concerti del tour) è lento e ipnotico e ci impiega ben 5 minuti la canzone per arrivare al liberatorio climax. Altri 5 minuti portano poi lentamente verso il rilassato finale. Brano molto strano, d'ispirazione Peter Gabriel. Intrigante.
L'album verrà votato miglior disco del 1998 dai lettori della rivista inglese Classic Rock. Senz'altro esagerato come giudizio. E' indubbio però che il disco risulta importante perchè apre una nuova strada ai Marillion, tutta da percorrere all'insenga dell'originalità e della qualità, con buona pace di giullari e camaleonti.



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